di Annalisa Conti
Rubrica- Tutta un’Altra Musica III
Congiunti e affetti stabili sono stati il tema centrale delle settimane che precedevano il 4 maggio. C’è da tenere conto però che durante tutto il periodo di Lockdown qualsiasi forma di legame, dalla convivenza forzata alla mancanza di relazioni ha scatenato in noi emozioni e dinamiche inaspettate.
Non solo le nostre abitudini sono cambiate, anche le persone che frequentavamo più spesso non sono più le stesse. I colleghi con cui andavamo a pranzo ora sono solo virtuali, il compagno che incontravamo solo la sera ora è con noi 24 ore su 24, i figli che portavamo a scuola e recuperavamo nel pomeriggio ora fanno scuola online dal salotto di casa, i fidanzati abituati a stare insieme per tutto il week-end passano del tempo solo al telefono. Ci siamo trovati a lavorare da casa catapultati in un luogo che univa il contesto famigliare a quello lavorativo.
Non sempre la gestione è stata facile perché i due ambienti si sono sovrapposti. Il tavolo da pranzo è diventato l’ufficio e la camera da letto il luogo più silenzioso per le video conferenze. Se, pur adattandosi al meglio a tutto ciò, è probabile che ad un certo punto le scadenze di lavoro, i figli a casa e il nostro compagno, con il suo diverso stile di gestione di giornata, possono in certi momenti aver creato un’insofferenza che ha acceso la scintilla del conflitto.
Vi siete mai chiesti come mai semplici frasi o comportamenti ci danno così fastidio? Per aiutarvi rispondere a questa domanda, ho necessità di introdurre il principio formulato dal filosofo Alfred Korzybski “la mappa non è il territorio”. La mappa o modello del mondo è la nostra personale visione, costruita nel corso degli anni attraverso il nostro linguaggio e le nostre sensazioni in base alle esperienze che abbiamo vissuto. Queste mappe sono gli occhiali attraverso cui guardiamo il mondo e determinano il modo in cui interpretiamo e reagiamo agli eventi. E’ allora chiaro che ogni persona ha un vissuto differente che gli ha permesso di creare le mappe con cui analizza ciò che accade. Ecco spiegato perché ognuno di noi ha la sua individuale interpretazione di ogni situazione.
La realtà è differente da come noi la interpretiamo, non esiste giusto o sbagliato, torto o ragione, è solo una diversa visione del mondo. Alla luce di questo concetto, per evitare di entrare in conflitto quando i significati che diamo a ciò che ci accade differiscono da quelli delle persone intorno a noi, dobbiamo allenarci a capire il punto di vista dell’altro. In che modo? Ascoltando! La musica in questo è una grande maestra, ci insegna l’ascolto. Se non ascolti con attenzione, non puoi percepire il testo e le emozioni che stanno dietro a ciò che stai sentendo. Allo stesso modo, le persone di fronte a noi hanno una loro storia da raccontare. Comprendere le realtà degli altri, ascoltare il loro punto di vista, la loro prospettiva sapendo che dietro ad ogni comportamento c’è sempre un’intenzione positiva, ci permette di non creare situazioni di conflitto, soprattutto con chi amiamo di più, e di risparmiare energia non tentando di dimostrare di avere ragione.
Dopotutto nella vita è più importante essere felici che avere ragione! E’ bene specificare che, per felicità non si intende una relazione dove non ci sono mai litigi, i contrasti e le discussioni sono utili per il confronto e per la crescita di qualsiasi tipo di rapporto. E’ fondamentale però comunicare sempre con rispetto e sincerità.
Sono certa che in questo periodo, lontani dalla frenesia di tutti i giorni, abbiamo avuto molto più tempo per parlare, per confrontarci e per esternare le nostre sensazioni ed emozioni più intime. Anche le coppie probabilmente si sono trovate a essere più consapevoli del rapporto, ascoltando maggiormente quali erano le sensazioni nei confronti dell’altro, sorvolando sui difetti e ponendo l’attenzione su ciò che di bello il partner porta nella loro vita. Il tempo da soli ha sicuramente aiutato a sviluppare anche l’autonomia; in un sano rapporto d’amore l’indipendenza e il non attaccamento sono fondamentali. I nostri interessi, sogni e aspettative spesso sono diversi da quello dell’altro ed è importante continuare ad alimentarli per non trovarsi a vivere seguendo solo i sogni dell’altro. L’amore non deve farci smettere di essere ciò che siamo.
Stare in casa ci ha permesso di riorganizzare le giornate a nostro piacimento, scoprire nuove routine, far nascere nuovi hobby e passioni. Manteniamo il più possibile ciò che ci fa stare bene senza tornare nella routine frenetica e all’agenda piena di appuntamenti. Probabilmente alcune cose ci sono davvero mancate e altre riempivano solo degli spazi vuoti; ci sono amici che abbiamo continuato a sentire e non vediamo l’ora di riabbracciare e altri che lontani dal lavoro e dalle solite attività abbiamo accantonato non tutti i rapporti sono destinati a durare in eterno e molto spesso nella vita “less is more”, ovvero meno ma di qualità. Teniamo nella vita solo ciò che siamo desiderosi di avere, quello che sentiamo la necessità di riprendere a fare e coltivare, ciò che è in linea con noi, con chi siamo e che va nella direzione che vogliamo dare alla nostra vita.